“L’Unione europea ha fissato obiettivi molto ambiziosi – dice Stefano Ferrari, direttore dell’ufficio studi di Siderweb in un colloquio con Il Sole 24 Ore– e, in senso strutturale, la siderurgia europea non sarebbe in grado di raggiungerli soltanto con la sua finanza di impresa. Il supporto pubblico, per gli Stati che sono in grado di erogarlo, è essenziale”. Sintetizzando, la siderurgia europea funziona perché esistono gli aiuti di Stato. L’ufficio studi di Siderweb ha compiuto, per Il Sole 24 Ore, un censimento preciso di queste operazioni, che hanno tutte lo stesso iter: il gruppo industriale proprietario dell’acciaieria coinvolge il governo nazionale, il governo nazionale definisce una cifra a sua disposizione, il governo nazionale chiede l’autorizzazione ai vertici politici comunitari per intervenire con questi aiuti di Stato, le burocrazie di Bruxelles aprono un dossier, a seconda dell’investigazione i commissari coinvolti alla fine dicono di sì o dicono di no – si legge ancora sul quotidiano economico milanese -.
Sono 21 le operazioni in corso per un valore di 11 miliardi di euro. Quattordici sono finalizzate alla costruzione o alla riconversione secondo i dettami “verdi”. Sette prevedono supporti al funzionamento dello stesso, in una fase preliminare che ha come primo obiettivo il salvataggio dell’impianto, comunque inserito in una rimodulazione totalmente verde.
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