“Quando nel 2023 fui premiato a Stoccolma, mi dissero: ‘Ha un megafono, il mondo la ascolta’. Parlai della giusta distribuzione dell’acqua. Noi ne consumiamo 260 litri pro capite al giorno, ma nell’Africa subsahariana una donna ha solo quella che porta dal pozzo nell’otre tenuto sulla propria testa: 25 litri, dieci volte di meno. Urge un ripensamento”. Lo dice il professor Andrea Rinaldo, primo e unico connazionale a vedersi consegnare dal re Carlo XVI Gustavo lo Stockholm Water Prize, detto ‘il Nobel dell’acqua’, massimo riconoscimento internazionale per gli studi idrici. Come riporta il Corriere della Sera, Rinaldo è ingegnere idrologo, docente emerito di costruzioni idrauliche all’Università di Padova: “Il clima sta cambiando molto rapidamente, noi no. Finirà male. Concentrazione di gas serra e aumento delle temperature sono il problema dei problemi. ‘Il passato non esiste’, diceva il poeta Biagio Marin. Ciò che abbiamo osservato negli ultimi 80 anni, insegna poco su quello che accadrà in futuro. Le variazioni climatiche sono troppo repentine. Gli scenari dell’Ipcc, il Gruppo intergovernativo dell’Onu sul cambiamento climatico, mostrano che il surriscaldamento del pianeta continuerà a crescere, non riusciremo proprio a fermarlo”.
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