“Io vorrei essere un farmer americano”. Lo dice Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura e vice presidente della Cpo-Cogeca. In una intervista a Il Sole 24 Ore aggiunge: “Sia gli Stati Uniti che la Ue riconoscono il ruolo centrale che l’agricoltura dovrà sempre più avere nelle future politiche. Ma dal confronto sono emerse con chiarezza due visioni diverse sul modello con cui accompagnare l’agricoltura al mercato. Per l’Unione europea il tema della sicurezza alimentare non può prescindere da quello della sostenibilità. Gli Stati Uniti, invece, danno la priorità all’efficienza della produzione e alla tutela del reddito degli agricoltori. Il ministro dell’Agricoltura americano, Thomas Vilsack, ha reso bene l’idea quando ha detto che anche ‘l’odore dei soldi è importante'”. Giansanti evidenzia ancora delle differenze: “Per gli agricoltori gli Stati Uniti hanno quantità di risorse economiche superiori a quelle europee. Lo stesso Farm bill dispone degli stessi fondi della Pac, solo che da loro è destinato a un unico Paese, da noi va diviso fra 27 diverse strategie politiche nazionali, a loro volta suddivise in politiche regionali. Washington ha inoltre messo sul piatto risorse importanti per combattere l’inflazione. Con la crisi il governo americano è stato vicino agli agricoltori, perché negli Stati Uniti prevale lo spirito di sostenere il loro reddito”.
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