I giovani alpinisti sono “più oltranzisti di me e della mia generazione millennial, che ha un sentimento di rigetto verso certe pratiche. Uno di 25 anni pensa già che non bisogna prendere gli aerei, per raggiungere un posto. Io ho il mio compromesso: la mia quota di Co2 la brucio in aereo. Del resto, le Alpi sono ormai rovinate da funivie, rifugi, elicotteri. L’Himalaya? Non è messo bene. È la montagna a portata di tutti, anche di chi non capisce niente, dove ogni mezzo è valido”. Così Matteo Della Bordella, considerato un alpinista green. In una intervista a Repubblica racconta poi come sta cambiando la scalata di una montagna: “Maestri aveva fatto salire un trapano a compressore da 150 chili, con un argano. L’ho visto bene, perché è ancora lì, piantato sulla roccia. È il simbolo di un personaggio come Maestri, e di uno stile che oggi è molto difficile da capire: la conquista della cima, con qualunque mezzo. Ma se ti fai aiutare dalle corde fisse, dalle guide, dall’elicottero, dai trapani… Così molte montagne sono state sporcate, nel tempo”. Ma si può pulire: “Lo stiamo facendo con Massimo Faletti, nel progetto Climb&Clean. È un movimento trasversale a tutto il mondo. Lo facciamo sulle falesie, in modo da coinvolgere più gente.
Sennò diventa una cosa elitaria, come è la montagna”.
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