“C’è sicuramente un tema di risorse” rispetto alla prevenzione nel contesto degli eventi naturali estremi e ce n’è uno “di spinta del cittadino: quando il cittadino spinge e aumenta la richiesta, poi le istituzioni e le amministrazioni rispondono. Io, invece, a volte vedo la colpevolizzazione. L’istituzione deve svolgere attività di informazione e comunicazione, però il cittadino deve essere pronto a recepirla”. Lo ha dichiarato a GEA il capo dipartimento di Protezione civile, Fabrizio Curcio, rispondendo ad alcune domande sulla prevenzione e sulla preparazione agli eventi naturali estremi.
“Io parlo di prevenzione solo nell’emergenza, perché quando provo a farlo fuori dall’evento, non c’è attenzione”, ha scandito il capo dipartimento. “Dobbiamo lavorare perché questa attenzione cresca nel cittadino, nelle istituzioni e nei portatori di interesse. In tutti. Ovviamente ognuno di noi conduce una vita che lo porta a occuparsi dei problemi della quotidianità. Forse dovremmo trovare il modo per far interagire la quotidianità con queste problematiche, perché se ci occupiamo di qualcosa solo quando c’è un accadimento, è già troppo tardi”, ha spiegato. “Dobbiamo spingere, e il lavoro che facciamo con le scuole va in quella direzione. Vedo che i ragazzi hanno una sensibilità rispetto ad alcuni temi, come lo spreco dell’acqua o dell’energia, che noi non avevamo a quell’età”, ha descritto. “E il tema culturale è qui che fa la differenza: se tu sei ‘nativo’ di alcune problematiche, come l’ambiente, l’utilizzo delle risorse idriche, la qualità dell’aria, la consapevolezza dei rischi, quei temi per te diventano naturali. Come camminare”, ha evidenziato Curcio.
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