La perdita dei servizi ecosistemici legata al consumo di suolo non è solo un problema ambientale, ma anche economico: nel 2023 la riduzione del cosiddetto ‘effetto spugna’, cioè la capacità del terreno di assorbire e trattenere l’acqua e regolare il ciclo idrologico, è costata all’Italia oltre 400 milioni. Un ‘caro suolo’ che si affianca agli altri costi causati dalla perdita dei servizi ecosistemici dovuti alla diminuzione della qualità dell’habitat, alla perdita della produzione agricola, allo stoccaggio di carbonio o alla regolazione del clima. E’ quanto emerge dal rapporto SNPA (Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente) ‘Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici’ che in questa edizione pubblica le stime per tutte le regioni, le province e i comuni italiani relative al 2023. Ae si considera la perdita del suolo avvenuta non solo nell’ultimo anno, ma nel periodo tra il 2006 e il 2023, l’impatto economico viene stimato tra 7 miliardi e 9 miliardi di euro. Il valore perso di stock (ossia la perdita assoluta di capitale naturale) dello stesso periodo varia tra 19 e 25 miliardi di euro.
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