Tra il 2006 e il 2022 i costi nascosti dovuti alla perdita dei servizi ecosistemici causata dal consumo eccessivo di suolo ammontano a 9 miliardi di euro ogni anno. E’ quanto emerge dal decimo rapporto ‘Il consumo di suolo in Italia 2023’ di Snpa (Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente). Il valore più alto di perdita è associato al servizio di regolazione del regime idrologico, ovvero all’aumento del deflusso superficiale prodotto dal consumo di suolo che è, infatti, tra gli effetti più significativi.
Analogamente al periodo 2006-2022, il valore più alto di perdita tra il 2021 e il 2022 è connesso al servizio di regolazione del regime idrologico con una perdita di 452 milioni di euro l’anno mentre complessivamente nell’ultimo anno si stima una perdita del flusso di servizi ecosistemici che varia da un minimo di 451 a un massimo di 551 milioni di euro l’anno. Il valore perso di stock nel periodo 2006-2022 varia tra 18,4 miliardi e 23,3 miliardi di euro, come perdita patrimoniale sempre a causa delle trasformazioni avvenute a partire dal 2006, di cui più di un miliardo dovuto al consumo di suolo dell’ultimo anno . La perdita di stock più elevata rimane quella della produzione agricola. Questa analisi conferma che il maggiore impatto del consumo di suolo avviene a discapito delle principali funzioni ovvero della regolazione dei cicli naturali (in particolare quello idrologico) e della produzione di beni e materie prime (che, in questo caso, assolvono bisogni primari come acqua e cibo).
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