“Nel 2022 fui il primo a dichiarare che l’auto italiana non esisteva più, eccetto la Ferrari, ottenendo come risposta un silenzio tombale da parte dei sindacati, del governo e dell’opposizione. Identica ritrosia mi fu riservata quando chiesi perché ai tempi del governo Conte 2 era stato fatto un prestito a Fca, poco prima della fusione con Peugeot, di 6,3 miliardi di euro, con impegni precisi, totalmente disattesi. Denaro che lo Stato aveva erogato per difendere il lavoro, invece era stato utilizzato per una divisione di utili pari a 5 miliardi a favore dell’azionista”. Così Luca Cordero di Montezemolo, per 30 anni nel Gruppo. In una intervista a Il Corriere della Sera aggiunge: “Mi chiedo perché John Elkann non si è opposto a Carlos Tavares, il ceo di Stellantis appena esautorato, quando decise di fare produrre la Fiat 600 in Polonia? Scelta presa quando Mirafiori — come ora — era ferma, con gli operai in cassa di integrazione”. Poi ricorda anche che “i fornitori italiani sono stati sollecitati, attraverso una lettera, a investire in Marocco, esaltando le facilitazioni dedicate all’industria automobilistica in quella nazione. Quando, tutto il mondo sa che il nostro Paese è riconosciuto per essere il maggiore produttore di componentistica per veicoli”.
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