“Non possiamo abituarci a questi fenomeni, ma dobbiamo riconoscere che, con i cambiamenti climatici, sono destinati a ripetersi. Le temperature si alzano, l’uso dei condizionatori aumenta e le reti elettriche spesso non reggono il carico”. Così Ettore Bompard, professore del dipartimento di Energia del Politecnico di Torino, sul black out che ha colpito Torino lo scorso fine settimana. “Una serie di guasti si è verificata contemporaneamente, rendendo estremamente complesso un intervento tempestivo per riportare tutto alla normalità”, spiega a Il Corriere della Sera/Torino. “I disservizi sono principalmente riconducibili ai cambiamenti climatici, che mettono a dura prova i sistemi elettrici – prosegue -. Temperature costantemente elevate e una ridotta escursione termica tra giorno e notte alterano il normale funzionamento delle reti. L’alternanza tra caldo e freddo, tipica del ciclo giorno-notte, è ormai quasi scomparsa e le frequenti ondate di calore aumentano notevolmente lo stress sulle infrastrutture”. C’è poi un altro aspetto: “La siccità. Nei punti più delicati, il terreno trattiene maggiormente il calore, rendendo più difficile il raffreddamento dei cavi elettrici”.
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