“Era abbastanza inevitabile che finisse così. Con Trump non si fanno negoziati commerciali, le trattative per lui sono una prova di forza nelle quali vince chi fa la voce più grossa. Non ci sono considerazioni razionali di tipo economico su cui basare il confronto, anche perché, se ci fossero, avrebbero da tempo sconsigliato di scatenare questo tipo di guerre commerciali”. Così Franco Bernabè, manager ed economista, già al vertice di Telecom ed Eni. In un colloquio con La Stampa aggiunge: “L’Europa ha ben poco da mettere in campo in un confronto basato sulla forza. Non basta dire che l’Europa va rispettata perché è il più grande mercato del mondo, oppure che abbiamo il meccanismo anti-coercizione, che in questo caso è un’arma spuntata. Se vuoi contrattare con uno che fa il prepotente, devi mostrare di avere qualcosa che può fargli veramente del male. La Cina ce l’ha: ha le terre rare, il monopolio dei magneti permanenti, moltissime componenti essenziali per la continuità produttiva dell’industria elettronica. Manovrando le licenze di esportazione dei magneti permanenti fatti con le terre rare, la Cina può bloccare una parte importante dell’industria americana. Se mancassero, si fermerebbe addirittura la Difesa. Che cosa può fare la Ue? Fermare le importazioni di Harley-Davidson o di burro di arachidi?”.
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