“Cosa c’è in gioco in questa trattativa per ciascuno di noi? Mi limito ai tre grandi Paesi: la Germania ha più di settanta miliardi di surplus commerciale, noi circa quaranta, la Francia è in deficit di sedici. Trovare un punto di equilibrio che faccia vincere l’interesse di tutti è difficile. Non è un caso se la presidente von der Leyen ha sospeso ogni contromisura fino al primo agosto”. Lo dice Tommaso Foti, ministro per gli Affari europei e il Pnrr, riflettendo sulla minaccia dei dazi al 30%. In una intervista a La Stampa Foti aggiunge: “Per le misure coercitive c’è sempre tempo, in caso di mancato accordo. In questa fase semmai suggerirei di cercare anche intese con Paesi extraeuropei per fare pressione su Washington”. E ancora: “Ursula von der Leyen, il commissario Sefcovic e la squadra dei funzionari non hanno bisogno di suggeritori dalla buca del teatro. Lasciamoli lavorare, sappiamo che l’Unione ha sul tavolo tre possibili livelli di reazione ad una eventuale rottura. Fino all’ultimo dobbiamo però cercare il miglior compromesso possibile. Insisto su questo punto, perché temo ci sia chi non sta valutando a fondo cosa significherebbe una rottura per i rapporti politici transatlantici. Qui non sono in gioco solo gli interessi commerciali”. In assoluto “al di là di quel che succederà, bisogna in ogni caso attivarsi per raggiungere nuovi mercati. C’è l’accordo in dirittura d’arrivo con i Paesi sudamericani del Mercorsur, e poi Asia, Africa subsahariana e Golfo Persico. Sono tutte aree con cui dobbiamo costruire rapporti commerciali più stretti”.
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