Giorgia Meloni “difende i suoi alleati nazionalisti, non le imprese italiane. Ma non può dire altro, perché siamo di fronte anche al suo fallimento. Ha millantato un ruolo di mediatrice che non c’è mai stato. I dazi sono stati imposti pochi giorni dopo la presunta trionfale iniziativa dell’incontro tra Vance e Ursula von der Leyen, che a suo dire aveva risolto i problemi. Dire poi che ‘non è male’ una tassa aggiuntiva del 15 per cento sui nostri prodotti, segna una distanza siderale dalla vita reale e dalla condizione attuale delle imprese e dei lavoratori, che oggi hanno paura”. Così Nicola Zingaretti, capogruppo del Pd al Parlamento europeo. In una intervista a Il Corriere della Sera aggiunge: “La strada è ancora lunga. Quella foto non rende giustizia alla complessità della situazione. Da una parte c’è il presidente dello Stato più forte del mondo, dall’altra la presidente di un’Unione di 27 Stati legati da trattati. Ci saranno dichiarazioni congiunte non vincolanti, ma poi, su molti aspetti — quelli relativi al commercio e non solo — i trattati prevedono accordi che dovranno essere definiti e approvati. Il Parlamento europeo svolgerà un ruolo importante. Noi difenderemo gli interessi italiani, che coincidono con quelli europei e non con le oligarchie dei miliardari Usa come ama fare Matteo Salvini. Quindi sì, si può migliorare, ma la vera domanda è: cosa farà la destra italiana? Hanno cambiato nome a un ministero per chiamarlo del “ Made in Italy” poi ora lo colpiscono”.
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