“È evidente, mentre prosegue l’aggressione russa contro l’Ucraina, che la principale sfida alla sicurezza per gli europei si trova a Est. Ma l’intensità di un problema non cancella gli altri. Il potenziale di instabilità dell’Africa e del Medio Oriente è enorme, come dimostrano i conflitti in tanti Paesi, da quelli che stanno dilagando nel Vicino Oriente al Sahel, passando per il Mar Rosso e il Sudan. Non possiamo disinteressarci del Sud”. Così il generale Pierre Schill, capo di stato maggiore dell’esercito francese. In un colloquio con Repubblica aggiunge sulla Russia: “L’ipotesi di un attacco più o meno aperto contro un Paese membro dell’Alleanza non può essere esclusa. La Russia ha dimostrato la capacità di condurre una guerra contro uno Stato vicino e di utilizzare tutti gli strumenti della coercizione strategica. Questo atteggiamento aggressivo riguarda innanzitutto l’Ucraina, ma minaccia anche altri Paesi confinanti, alcuni dei quali sono nostri alleati nella Nato.
L’intimidazione si estende ai domini cibernetico e informativo: in Francia, si è già manifestata sotto forma di attacchi mirati, e abbiamo adottato misure per contrastarli. Un attacco diretto contro un Paese membro della Nato costituirebbe un salto di scala con conseguenze importanti per l’architettura della sicurezza mondiale ed europea. Il nostro obiettivo collettivo è scoraggiare una simile aggressione, dimostrando concretamente la nostra determinazione: lo scopo è prevenire la guerra e vincerla prima che inizi, insieme ai nostri alleati e partner”. Schill prosegue ancora: “Il sistema di difesa dell’Europa è integrato in quello della Nato. L’autonomia strategica europea non implica una rottura con gli Usa, che restano il principale contributore dell’Alleanza. Ma gli Stati Uniti ci dicono sempre più apertamente che non vogliono più essere obbligati a difendere l’Europa. L’autonomia significa la capacità, per noi, di difendere i nostri interessi e di agire, anche nel caso in cui l’impegno americano fosse parziale o ritardato. La Francia ha adottato una legge di programmazione militare per il 2024-2030 che prevede un aumento del 40% delle spese: queste risorse consentiranno una trasformazione delle forze armate, in particolare dell’Esercito, per adattarle all’evoluzione delle minacce e agli sforzi condivisi tra europei”.
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