“Irricevibili, causa insostenibilità, le ipotesi o gli scenari di riduzione ‘teorici’ dei consumi energetici dell’industria. Le strategie europee, a partire dal Fitfor55, costruite e calate dall’alto, vanno riviste in una logica di transizione ‘sostenibile’, non di obiettivi astratti irraggiungibili per tutti i settori industriali, dalle plastiche all’auto”. Lo scrivono in una nota i presidenti Francesco Buzzella (Confindustria Lombardia), Enrico Carraro (Confindustria Veneto) Pietro Ferrari (Confindustria Emilia-Romagna), Marco Gay (Confindustria Piemonte) a seguito delle misure approvate dal Consiglio dei ministri per arginare il caro energia, per le quali esprimono “profonda insoddisfazione e preoccupazione”. “La transizione – aggiungono – va discussa, condivisa e programmata insieme all’industria. Visto il diverso impatto del costo dell’energia nei vari Paesi europei le imprese italiane sono quelle la cui competitività è maggiormente a rischio. Il Paese deve definire rapidamente un vero e proprio Piano Energetico nazionale che preveda un nuovo mix di forniture e fonti. Occorre accelerare la realizzazione degli impianti di rinnovabili sbloccando, nell’interesse nazionale, gli iter autorizzativi, oggi di fatto bloccati in molti ambiti ed aree. Contemporaneamente è indispensabile accelerare l’aumento del prelievo nazionale di gas, anche con nuove esplorazioni, e riattivare gli investimenti previsti sui rigassificatori”.
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