Nel 2023 lo scenario energetico nazionale è stato caratterizzato da un forte calo delle emissioni di anidride carbonica (-8%) e da un ulteriore calo dei consumi di energia primaria (-2,5%), leggermente inferiore a quello registrato nell’Eurozona (-3%). Il petrolio si conferma di gran lunga la principale fonte energetica primaria italiana (35% dell’offerta energetica totale). Tuttavia, nel complesso, la quota dell’approvvigionamento energetico totale coperto da fonti fossili – petrolio, gas e carbone – è scesa al 71%, il minimo degli ultimi 50 anni. Sono questi alcuni punti salienti dell’ultima Analisi Trimestrale del sistema energetico italiano dell’ENEA, relativa all’intero anno 2023.
Lo scorso anno, inoltre, ha segnato un nuovo massimo per eolico e fotovoltaico, che hanno coperto il 17,5% della domanda su base annua, grazie al una crescita accelerata della capacità installata. “Questa crescita rappresenta il principale, se non l’unico, driver virtuoso del trend di decarbonizzazione in atto”, spiega Francesco Gracceva, il ricercatore ENEA che coordina l’analisi. “Il calo dell’energia primaria è dovuto al sostanziale calo delle fonti fossili, come gas (-10%), carbone (-30%) e petrolio (-2%), solo parzialmente compensato dalla crescita della produzione da fonti rinnovabili (+ 13%) e le importazioni di energia elettrica (+19%), che hanno raggiunto il massimo storico” aggiunge.
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