“I tre principali fattori dirompenti che abbiamo vissuto in questi anni – diffusione del Covid, guerra globale che parte dall’Ucraina e guerra fredda Cina-Taiwan – non hanno probabilità di verificarsi. Però a parte la pandemia vedremo forse il peggio in Ucraina e nelle tensioni Cina-Usa-Taiwan”. Così Paolo Magri, vice presidente esecutivo e direttore dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI), è intervenuto alla Conferenza ‘Il mondo nel 2023: sarà quiete dopo le tempeste? Scenari per le imprese, tra rischi e opportunità’ promossa da Ispi, Assolombarda e Sace.
“La crisi energetica però sarà determinante per capire se l’Europa andrà o meno in recessione e questo dipende dalle forniture di gas dalla Russia, già ridotte. Se si azzereranno la Ue rischia di vedere una contrazione dell’economia. La forte discesa del prezzo del gas di queste settimane è comunque di buon auspicio per evitare un calo dell’attività. Se il nuovo mondo comunque vedrà meno energia russa in giro e meno beni cinesi, l’Europa dovrà correre per non rimanere indietro”, ha concluso Magri.
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