“Se non diamo alle imprese certezze sul fatto che le cose gradualmente miglioreranno, allora sì, molte attività sono destinate a spegnersi”. Così Valter Caiumi, presidente di Confindustria Emilia area Centro, sulla crisi del gas. “Il primo punto è agire in Europa perché si arrivi a trattare le forniture di gas appunto a livello europeo, come si è fatto durante il Covid per le mascherine, e come auspicato da Mario Draghi nel suo rapporto. In questo modo avremmo prezzi sotto controllo nel lungo periodo e non saremmo ostaggio della speculazione”, spiega al Corriere della Sera. E ancora: “Il tempo è un fattore cruciale: dobbiamo tornare a investire sul nucleare ma i microreattori, se tutto va bene, potrebbero entrare in funzione tra 12-15 anni. Le nostre attività potrebbero non esserci più, abbiamo bisogno anche di risposte oggi. Per questo la via del disaccoppiamento del prezzo dell’energia — un prezzo più basso per quella prodotta con le rinnovabili un prezzo più alto per quella da gas — avrebbe molto senso”. Caiumi poi aggiunge: “Spingiamo sulle rinnovabili, siamo alla latitudine giusta. E dovrebbe essere possibile spiegare in Europa che se non forniamo energia a prezzi più bassi ad alcuni settori strategici perdiamo capacità produttiva. Un esito che non converrebbe a nessuno”.
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