“L’aumento di ieri è dovuto alla decisione, presa a fine marzo dal governo, di eliminare una componente negativa delle tariffe che era stata introdotta ad aprile dell’anno scorso, in piena emergenza, per andare in aiuto delle famiglie e per contenere le spinte sul tasso d’inflazione. In sostanza, è uno strascico della crisi violenta causata dalla guerra che ha investito tutta Europa l’anno scorso e che non è ancora conclusa”. Lo scrive su la Stampa Davide Tabarelli, presidente di Nomisma energia. L’analisi di Tabarelli prosegue così: “L’ottovolante delle tariffe gas è accentuato dalla decisione di applicare variazioni mensili e non trimestrali, come, invece, accade per l’elettricità. Qua, un mese fa, è stata decisa una riduzione gigantesca, del 55%, con tariffe tornate a 24 centesimi per KWh, sostanzialmente allineati ai valori precedenti la crisi, e valide su tutto il secondo trimestre 2023 fino a luglio. È questa che ha pesato molto sulla componente regolata dei prezzi al consumo, ma che è stata più che compensata dal forte incremento della componente non regolamentata e che ha portato di nuovo il tasso di inflazione a salire all’8,3%”.
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