“In tutta onestà se dovessi dire che sono scioccato, sarei un ipocrita. Draghi mette in fila in un unico documento le ragioni del vulnus di competitività dell’Unione, l’incapacità di individuare un obiettivo e di escogitare gli strumenti per raggiungerlo. Al contrario l’Ue si è posta obiettivi nobili ma in modo ideologico. Obiettivi che si sono rivelati incompatibili con la necessità di competere con Stati Uniti e Cina: la catena di approvvigionamento energetico si è allungata, la dipendenza è aumentata. Draghi è diplomatico, ma quel che resta è l’abusato motto: gli americani innovano, i cinesi copiano e gli europei regolamentano”. Così Nicola Procaccini, eurodeputato di FdI, presidente del gruppo Ecr al parlamento europeo. In una intervista a Il Corriere della Sera spiega ancora che gli obiettivi “ideologici” sono quelli del green deal: “Draghi è particolarmente polite, come dicono gli inglesi. Ma è evidente che il green deal è stato un problema. Se sovraccarichi lo sviluppo di regole e di limiti, poi paghi pegno. Tanto più se non hai la forza per operazioni come quella che hanno fatto negli Usa: un gigantesco budget per stimolare la produzione interna garantendo agevolazioni finanziarie. Bisogna avere spalle larghe per operazioni del genere”.
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