Padre Paolo Benanti, presidente della commissione AI per l’informazione della Presidenza del Consiglio e membro del Comitato AI dell’Onu, dice che “il potere dell’intelligenza artificiale non garantisce né che produca scenari migliori né peggiori. C’è bisogno dell’impegno dell’uomo per accompagnare questa trasformazione. Ecco perché bisogna investire sulla parte umana, che è la parte più preziosa che ha il paese, fornire le risorse per poter orientare l’intelligenza artificiale al bene dei singoli sia che della collettività”. Come riporta il Sole 24 Ore, Benanti traccia gli scenari per tenere l’uomo al centro dei processi e richiama il tema dell’Algoretica, lo studio dei problemi etici e dei risvolti sociali che derivano dall’uso sempre maggiore delle tecnologie informatiche: “È fondamentale perché sono quei guardrail che servono per poter indirizzare la macchina in modo che non vada fuori strada. Bisogna rispondere per esempio a domande come quale infrastruttura vogliamo avere. Serve una risposta umanocentrica, si tratta di mettere in atto una relazione tra uomo e macchina che consenta un significativo di controllo umano all’interno dei processi”.
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