Gli ultimi dati Pmi hanno segnalato un ulteriore deterioramento delle condizioni operative dei produttori di beni italiani. Sono tuttavia stati evidenti segnali che mostrano un calo meno grave rispetto ad inizio anno, con la contrazione dei nuovi ordini che ha perso sensibilmente slancio. Tale tendenza vale anche per le vendite destinate al mercato estero. Ad aprile, la produzione manifatturiera è scesa lievemente, segno evidente di una riduzione della flessione. La sempre maggiore incertezza ha tuttavia continuato a smorzare la fiducia delle imprese per le prospettive future. Sebbene i produttori abbiano continuato a segnalare un aumento dei costi, il tasso di inflazione è stato il più debole del 2025, con i prezzi di vendita che però sono cresciuti ad un ritmo più sostenuto.
Nel dettaglio, l’Indice Pmi (Purchasing Managers’ Index) sul Settore Manifatturiero Italiano, un valore composito a una cifra della performance manifatturiera derivato dagli indicatori relativi ai nuovi ordini, alla produzione, all’occupazione, ai tempi di consegna dei fornitori e alle scorte di acquisti, ha raggiunto ad aprile 49.3, in salita da 46.6 di marzo. L’ultima lettura del Pmi ha evidenziato il calo più contenuto delle condizioni operative in otto mesi, con quattro delle cinque componenti che hanno avuto un’influenza direzionale positiva.
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