“L’Italia sta perdendo la sua base industriale ed è un grande dispiacere. Stiamo assistendo alla chiusura e al ridimensionamento di fabbriche italiane controllate da importanti gruppi come Bosch ed altri, con perdite di posti di lavoro e un declino della nostra capacità manifatturiera. Il problema è che quando queste aziende sono di proprietà straniera, le decisioni vengono prese altrove e l’Italia diventa una periferia”. Lo dice Vito Pertosa, presidente e Ceo di Angel Holding, la società di Monopoli che controlla Mermec, leader mondiale della diagnostica ferroviaria. “È frustrante vedere quello che sta succedendo. La fabbrica Bosch di Bari era leader mondiale nei motori diesel, grazie alla tecnologia “common rail” brevettata da un fisico barese. Questo impianto impiegava 1.800 persone e ha beneficiato di fondi dalla Regione Puglia per la ricerca e sviluppo. Ma ora che l’industria automotive è in crisi per la transizione ai veicoli elettrici, Bosch ha dato priorità agli stabilimenti tedeschi. Questo è un modello ricorrente: la proprietà straniera spesso porta a decisioni strategiche che non sono nell’interesse dell’Italia, per difendere impianti e posti di lavoro nel Paese di origine”, aggiunge nell’intervista a Il Corriere della Sera. E ancora: “Abbiamo disperatamente bisogno di un governo che possa durare un intero mandato di 5 anni per dare stabilità alle imprese. Io sostengo il premierato, ma con il doppio turno. Abbiamo anche un problema di classe dirigente. Potremmo cominciare dal migliorare la qualità dei nostri parlamentari. È sconcertante che non ci siano qualifiche reali richieste per essere eletti. Perché in un’azienda che assume un autista di un camion chiediamo se ha la patente C, che veicoli ha guidato, per quanti anni, eccetera, mentre per chi entra in Parlamento contano solo i voti che uno sarebbe in grado di portare? Abbiamo bisogno di persone esperte, anche con esperienza industriale”. Pertosa poi conclude: “La frenata tedesca è preoccupante e ci fa male, ma presenta anche opportunità: stiamo investendo in Germania e in Francia perché la crisi spinge a investire in infrastrutture, il settore dove noi operiamo. Detto questo, è vero che le prospettive a breve termine sono difficili, ma la nostra forza risiede nelle imprese di medie dimensioni. Sono flessibili, innovative e rappresentano la spina dorsale della nostra economia. Per questo il governo deve supportarle”.
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