Questo è anche il quinto anno consecutivo di aumento del numero di persone che soffrono di insicurezza alimentare acuta, che si riferisce a una situazione in cui la vita o il sostentamento di una persona è in pericolo imminente perché non è in grado di nutrirsi adeguatamente.
L’aumento di anno in anno è in parte dovuto all’ampliamento delle aree coperte dal rapporto. Ciò fa seguito a “shock nuovi o intensificati” e a “un marcato deterioramento in contesti chiave di crisi alimentare come il Sudan e la Striscia di Gaza”, ha spiegato Fleur Wouterse, vicedirettrice dell’Ufficio emergenze e resilienza dell’agenzia agricola delle Nazioni Unite FAO. Nel 2023 circa 700.000 persone erano sull’orlo della fame, di cui 600.000 a Gaza. Da allora la cifra è salita a 1,1 milioni di persone nel territorio palestinese devastato dalla fame e dalla guerra.
Da quando questo rapporto è stato lanciato nel 2016 dal Global Food Crisis Network, un’alleanza di organizzazioni delle Nazioni Unite, dell’Unione Europea, degli Stati Uniti e di organizzazioni umanitarie, “il numero di persone che soffrono di insicurezza alimentare è passato da 108 milioni a 282 milioni, mentre la prevalenza (la percentuale di popolazione colpita all’interno delle aree interessate, ndr) è salita dall’11% al 22%”, aggiunge Fleur Wouterse.
Da allora, la crisi alimentare è continuata in Afghanistan, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Nigeria, Siria e Yemen.
(segue)
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