“I processi produttivi della manifattura italiana dipendono prevalentemente dai comparti esteri di Metallurgia (per circa 9 per cento della dipendenza complessiva), Chimica (circa 8 per cento), Macchinari, Autoveicoli, Coke e raffinati, Prodotti in metallo.
Dalla dipendenza dei settori e dalla concentrazione geografica delle loro importazioni si ottiene un indicatore di vulnerabilità settoriale alle forniture dall’estero. I sette comparti manifatturieri più vulnerabili sono Coke e raffinazione (con valori cinque volte superiori alla media manifatturiera), Chimica, Metallurgia, Autoveicoli, Apparecchi elettrici, Elettronica, Tessile, abbigliamento e pelli. Rispetto al 2007 è molto diminuita la vulnerabilità di Farmaceutica, Autoveicoli e Prodotti in metallo, mentre è aumentata quella di Tessile, abbigliamento e pelli, Altri mezzi di trasporto, Elettronica e Apparecchi elettrici”. E’ quanto si legge nel rapporto Competitività 2025 diffuso da Istat.
“Nell’ambito dei questi sette comparti, la vulnerabilità di Chimica e Metallurgia è determinata da un elevato grado di dipendenza dalle produzioni estere; quella di Tessile, abbigliamento e pelli ed Elettronica dalle difficoltà di diversificazione geografica degli approvvigionamenti”, prosegue l’istituto di statistica.
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