“Lagarde sottolinea sempre l’indipendenza della Bce dalle scelte della Fed e dalla politica. Non mi stupirebbe il giorno fosse comunque quello”. Così Gregorio De Felice, capo economista di Intesa Sanpaolo, riferendosi al 6 giugno, giorno delle elezioni europee. In una intervista a La Stampa aggiunge: “Il costo del lavoro per unità di prodotto è salito del 4,4 per cento dal 4,1 della previsione precedente. Nei giorni scorsi il membro tedesco del board, Isabel Schnabel, ha detto: ‘Se i profitti delle imprese sono buoni, possono ammortizzare il maggior costo del lavoro’. Ma se non ci sono abbastanza profitti, ‘si trasla l’incremento dei salari sui prezzi finali’. Risponderei che se non spingono un po’ la crescita tagliando i tassi, si rischia un effetto Comma 22: sarebbe la stessa Bce a comprimere l’aumento dei profitti”. Sulla crisi nel Mar Rosso De Felice spiega: “I prezzi del petrolio e del gas non stanno salendo. L’unica voce schizzata all’insù sono i costi dei noli marittimi: quattro volte quelli di un anno fa. Però il loro peso sul prezzo finale dei beni non mi pare preoccupante”. Infine sulla crisi della Germania: “La Germania ha un modello di crescita in crisi: dipendente dalla Russia per l’energia e dalla Cina su catene di forniture ed export. Le imprese tedesche sono troppo grandi per cambiare in maniera rapida le fonti di approvvigionamento, e poco flessibili. Ci vorrà tempo”.
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