Il professor Piero Martin, dell’Università di Padova, in un suo intervento su la Stampa in merito alla fusione nucleare annunciata dagli americani, scrive. “La fusione è un processo nel quale nuclei molto leggeri, idrogeno o suoi isotopi, si uniscono. In un futuro reattore il risultato dell’unione verrà convertito in elettricità. Ciò avverrà senza emissione di CO2, con combustibili come acqua e litio ampiamente disponibili, senza scorie radioattive di lunga durata e in modo sicuro”. Poi spiega: “A differenza del processo nucleare diametralmente opposto – la fissione dell’uranio che alimenta i reattori attuali – la fusione avviene in condizioni non critiche, con pochissimo combustibile presente in ogni istante nel reattore e quindi senza rischio di perdita di controllo anche in caso di eventi catastrofici. Un reattore a fusione è come un accendino: se mentre funziona ci cade dalle mani, semplicemente si spegne”.
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