“Da 30 anni si parla del deposito nazionale e non si è nemmeno riusciti a trovare un’area dove costruirlo. Ma intanto qui a Trino ci sono i depositi temporanei, che sono precari e insicuri. Se nessun territorio darà la sua disponibilità credo si debbano rivalutare le aree come la nostra che già oggi ospitano la quasi totalità dei rifiuti radioattivi”. Così Daniele Pane sindaco leghista che dal 2018 guida Trino. Il governo ha introdotto una norma che consente a comuni e siti militari di autocandidarsi a sede del deposito nazionale. Come riporta La Stampa, Trino è in causa con lo Stato, reclama 30 milioni di compensazioni: “Mi danno del pazzo o di quello che vuole i soldi? Non mi interessa, non sarò nemmeno più sindaco quando eventualmente arriveranno. A me preme solo la sicurezza dei miei cittadini. Vivo anch’io qui, ho due bambini piccoli: le scorie ci sono già, però adesso non sono trattate in un contesto sicuro; serve una soluzione strutturale”. E ancora: “In Italia si fa un ingiustificato terrorismo, nel resto d’Europa si scannano per ospitare gli impianti”, è la convinzione di Pane.
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