Cina e Russia ma “pure il Brasile, l’India, la Turchia. E anche gli Stati Uniti stanno tornando. Marocco ed Egitto si sono dati strategie panafricane. A maggior ragione occorre che l’Europa faccia la sua parte. L’Ue in realtà degli strumenti se li è dati, prima con ‘Africa Plan’, oggi con il ‘Global Europe Gateway’ con uno stanziamento di 150 miliardi di euro. Se si sommano a questa cifra anche gli investimenti di ciascun Paese europeo in Africa, si supera di molto la presenza cinese. Ma tutto questo deve essere espressione di una strategia, non solo una somma aritmetica. Ed è chiaro che l’Italia si deve collocare dentro questo scenario”. Così Piero Fassino, esponente del Pd, in una intervista a la Stampa sull’esito del Piano Mattei. Fassino poi spiega che “l’Italia non comincia a farlo da oggi, non a caso viene invocato Mattei. E prima Prodi, poi Renzi e poi Gentiloni hanno dato molto impulso alla politica per l’Africa. Siamo un Paese che non ha una storia coloniale, se si eccettua la infelice vicenda abissina. È un vantaggio che dobbiamo giocare”. Il Piano, però, non soddisfa Fassino: “Qui si apre una serie di problemi. Primo tema: con quali risorse si finanzia il piano? Meloni ha annunciato 5,5 miliardi, ma poi ha dovuto dire che li prende da fondi già dedicati ad altre finalità, la conversione energetica e la cooperazione allo sviluppo. Insomma, si spostano solo risorse che c’erano già, ma non ci sono risorse aggiuntive”.
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