“Le nostre ultime stime sul Pil mostrano una revisione tutto sommato modesta. E con le nuove regole fiscali comunitarie gli eventuali effetti sui saldi di finanza pubblica per una crescita inferiore alle attese non impongono una manovra correttiva, perché il rispetto delle regole è verificato sulla spesa primaria netta. In questo modo si evita un meccanismo prociclico nel breve termine e ci si concentra sul medio periodo: nel quale la prudenza paga, come mostra l’andamento dello spread”. Lo dice Lilia Cavallari, la presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio. In una intervista a Il Sole 24 Ore poi aggiunge: “La revisione è inevitabile e giustificata soprattutto da fattori esterni, dal rallentamento degli scambi internazionali confermato anche dalle ultime previsioni Fmi all’aumento del prezzo del gas. Ma al momento si tratta di modifiche modeste, due decimali nel 2025 e uno solo nel 2026. E in ogni caso un +0,8% quest’anno implicherebbe uno sforzo non marginale”. E ancora: “A differenza degli anni scorsi, il 2025 è partito senza alcun trascinamento statistico a causa della stagnazione degli ultimi due trimestri. Il +0,8% è quindi tutto da costruire”.
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