“Il Pnrr è stato e può essere uno straordinario successo dell’Italia”. Lo dice il professor Giulio Tremonti, presidente della Commissione Esteri della Camera. “È stato un successo del governo Conte sulla quantità di fondi ottenuti dal nostro Paese, più di 191 miliardi di euro – aggiunge a Il Corriere della Sera -, anche se è appena il caso di ricordare che il meccanismo del Recovery plan deriva dalla proposta di Eurobond avanzata dall’Italia nel 2003. È stato anche un successo del governo Draghi, che ha riorganizzato il piano stesso. Quello che deve e può fare adesso il governo Meloni è esprimere capacità amministrativa, che certamente mancava ai due governi precedenti. Da questo punto di vista è certamente positiva l’esperienza che ha il ministro Raffaele Fitto”. Tremonti poi spiega che “la struttura fisica del Pnrr è fatta da un blocco di documenti e allegati vari che, messi uno sull’altro, raggiungono un’altezza di 23 centimetri. Una mole di pagine e numeri che intrecciano linguaggio giuridico ed economico, italiano ed europeo, non esente da una generosa componente palingenetica, con l’ambizione di rifare non solo l’Italia ma anche gli italiani. Rispetto a tutto ciò il punto essenziale è che rispetto ad altri Paesi europei l’Italia ha una strutturale difficoltà nella gestione dei fondi europei. Difficoltà talmente chiara che si vede perfino sulle pareti dei corridoi della commissione europea a Bruxelles
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