L’invasione di cavallette che sta devastando colture e pascoli di una parte della Sardegna, potrebbe essere causata – almeno in parte – dal cambiamento climatico. A dirlo è Roberto Pantaleoni, associato di ricerca all’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri, Cnr-Iret, che ha studiato il fenomeno e ne ha individuato le possibile cause.
Questo tipo di infestazioni, dice “è ricorrente nell’isola”, basti pensare a quando nel 1946 il fenomeno fu di dimensioni “catastrofiche, interessando tutta la Sardegna”. “In quell’occasione – racconta – due entomologi, Bonelli e Paoli, tentarono di risolvere definitivamente il problema introducendo sull’isola un insetto coleottero, la variabilis mirabilis, che si nutriva delle uova della cavalletta. Fino a quel momento era presente nella penisola italiana ma non in Sardegna. La variabilis mirabilis si insediò perfettamente sull’isola e incominciò la sua azione benefica nei confronti del territorio, tanto è vero che, dopo la seconda Guerra mondiale, questi episodi di infestazioni così massicce si verificarono piuttosto raramente”. Una delle ultime, racconta, “risale a una trentina di anni fa, alla fine degli anni ‘80 del secolo scorso, in corrispondenza di un periodo piuttosto siccitoso”.
Negli ultimi anni il problema si sta riproponendo con sempre maggiore intensità “e tutto lascia pensare – dice Pantaleoni – che i cambiamenti climatici possano avere influito pesantemente sulle popolazioni di cavallette, favorendole. Ciò non toglie che i fattori in causa sono sicuramente numerosi, non ultimo l’uso del suolo da parte dell’uomo che con le sue attività contribuisce fortemente allo sviluppo della cavalletta, naturalmente in modo inconsapevole”.
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