“Se vogliamo affrontare missioni di lunga durata dobbiamo imparare a coltivare cibo nello spazio”. Lo dice conferma Marta Del Bianco, che ha studiato biologia delle piante e lavora per l’Asi, l’Agenzia Spaziale Italiana. In un’intervista a Repubblica aggiunge: “Non è pensabile stivare in un’astronave il cibo necessario per mesi. Secondo perché agli astronauti servono vitamine, antiossidanti e fibre che solo le verdure fresche forniscono”. E ancora: “L’obiettivo più raggiungibile è far crescere le piante in serre chiuse, sia su un’astronave che su altri pianeti. Il suolo di Luna e Marte èpoco adatto, sia perché è carico elettricamente sia, nel caso di Marte, perché è ricco di perclorati, sostanze tossiche per le piante”. Sulle astronavi “non usiamo terra. Sono tutte colture idroponiche o aeroponiche. Usiamo tessuti spugnosi, o plastici o naturali come le fibre di cocco, all’interno dei quali l’acqua riesce a scorrere per capillarità e distribuirsi in modo uniforme lungo le radici. L’acqua viene arricchita con sostanze nutrienti come fosfati o potassio”.
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