“Stiamo cercando di trovare il modo di garantire che l’aggressione russa contro l’Ucraina non possa ripetersi. Il primo passo, che purtroppo Donald Trump non ha perseguito, dev’essere un cessate il fuoco. L’idea di cercare un accordo di pace mentre si continua a combattere significa permettere alla Russia di guadagnare tempo. La migliore garanzia di sicurezza sarebbe stata l’adesione dell’Ucraina alla Nato. Io ero a favore. Ma gli Stati Uniti non vogliono e sono sicuro che anche l’Ungheria, la Slovacchia e forse qualche altro Paese diranno di no”. Lo dice Wolfgang Ischinger, il decano della diplomazia tedesca legato alla guida per un quindicennio della Conferenza per la Sicurezza di Monaco. In un colloquio con il Corriere della Sera spiega ancora: “La strada migliore, più realistica e praticabile è armare, armare, armare e sostenere l’esercito ucraino, la sua aeronautica militare, la sua industria della difesa, le capacità tecnologiche. L’Ucraina deve diventare un porcospino d’acciaio, molto pericoloso da attaccare. Si deve generare una deterrenza, costruendo una capacità militare che scoraggi la Russia. Non dico sia facile, perché è l’esatto contrario di ciò che vuole Vladimir Putin quando parla di smilitarizzazione. Ma è l’opzione migliore”. E ancora: “Spero che l’Unione europea e la Nato restino salde, unite. Ma se lo scenario che dice lei si dovesse verificare, allora dovremmo spendere tutti ben più del 5% del prodotto interno lordo in difesa. L’esercito russo sarebbe ai confini della Polonia, chi vorrebbe investire in Polonia allora? Il costo per tutti sarebbe terribile: costo politico, sociale, militare, economico. Tutto sommato, il rischio di confiscare quei 300 miliardi russi è inferiore a quello di vedere l’Ucraina sgretolarsi”.
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