“Nulla è scontato, siamo in uno scenario dagli esiti incerti”. Lo dice la politologa russa Ekaterina Schulmann, dal 2022 in esilio in Germania. “In gennaio si raggiungerà il numero impresso nella mente di tutti coloro che hanno frequentato una scuola sovietica o russa: 1.418 giorni, la durata della Grande Guerra Patriottica contro la Germania. Ma allora, circa due anni dopo l’inizio, era già chiaro chi stesse vincendo”, spiega nel colloquio con il Corriere della Sera. Poi aggiunge: “Forse è dalla metà del 2023, con la presa di Bakhmut che questa guerra non ha più avuto vere svolte. In questo periodo i cittadini e la classe dirigente russa hanno attraversato varie fasi. La prima è stata lo choc. L’invasione è stata una sorpresa totale per tutti, anche per le élite. C’era chi credeva che avremmo preso Kiev in tre giorni, chi temeva una catastrofe quando l’Occidente si è mobilitato e furono imposte le sanzioni”. La situazione adesso è complicata: “Allora erano stati soprattutto i poveri a firmare con l’esercito, i fondi affluivano in zone depresse. Sembrava che una certa giustizia sociale fosse arrivata in una forma inattesa. Poi quella luna di miele ha iniziato a esaurirsi già durante il 2024. Come dice la mia collega Tatiana Stanovaya, Vladimir Putin era frustrato perché al fronte vinceva sempre e poi non accadeva mai nulla. È subentrata la stanchezza della guerra, l’idea che non la stiamo perdendo, ma si è arenata. Già alla fine del 2024 è comparsa nei sondaggi una maggioranza che preferiva i negoziati al proseguimento delle ostilità. Poi sono arrivate l’inflazione e le aziende che, per non licenziare, mettevano i dipendenti in ferie non pagate. In più, una nuova stretta di controlli anche sulle tecnologie. E i russi al loro comfort ci tengono. Magari disprezzano i diritti umani e la loro dignità di cittadini, ma sono gelosi del proprio benessere”. E ancora: “Le repressioni contro le élite sono iniziate dopo le presidenziali del 2024. Sotto forma di lotta alla corruzione, sono stati colpiti alti burocrati e le loro famiglie. E la destabilizzazione delle élite, la stanchezza di guerra e gli effetti negativi di questa determinano l’atmosfera attuale. La Russia ha raggiunto i limiti della propria capacità di adattarsi”.
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