Dopo crisi siccità è allarme pioggia. Anbi: “Rete idraulica inadeguata”

È un paradosso, ma dopo la siccità ci preoccupano le piogge”. A dirlo è Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (Anbi), evidenziando lo stato di grande attenzione, nel quale stanno operando i Consorzi di bonifica alla vigilia dell’annunciato ritorno del maltempo; in tutta Italia sono in corso le manovre idrauliche necessarie a gestire, ma soprattutto a trattenere le tanto attese acque pluviali.

Il rischio – prosegue il presidente di Anbi – è che di fronte ad eventi violenti e concentrati come ci sta abituando la tropicalizzazione del clima italiano, terreni inariditi da un inverno eccezionalmente asciutto non riescano ad assorbire la massa d’acqua, trasformandosi in un amplificatore del rischio idrogeologico, che ormai interessa il 94% dei comuni italiani su un territorio, dove mediamente si continuano a cementificare o abbandonare 16 ettari al giorno. Della legge contro l’indiscriminato consumo di suolo si sono ormai perse le tracce nei meandri parlamentari”.

La resilienza idraulica lungo la Penisola è affidata ad oltre 200.000 chilometri di canali con più di 800 centrali idrovore e migliaia di impianti idraulici, dalla cui azione dipende la vivibilità su circa 7 milioni di ettari. “Da tempo – aggiunge Massimo Gargano, direttore generale di Anbi –segnaliamo la crisi della rete idraulica, ormai inadeguata di fronte all’estremizzazione degli eventi atmosferici, principale causa dei 7 miliardi di danni, provocati mediamente ogni anno da accadimenti di origine naturale, cui va aggiunto circa un miliardo di mancata produzione agricola a seguito della siccità. Per questo – aggiunge – il Piano di bacini di accumulo, Piano laghetti che Coldiretti ed Anbi intendono realizzare, costituisce la risposta in termini di infrastrutture e di capacità di invaso della risorsa quando è in eccesso, per averla poi a disposizione in periodi di siccità. Vi sarebbero tutta una serie di valori che si andrebbero a realizzare, acqua per uso civile, energetico, ambientale ed irriguo, in grado di contrastare il dissesto idrogeologico per tutti i cittadini, di fornire acqua alle imprese e creare occupazione. Nel frattempo, guardiamo il cielo, impegnati, come ogni giorno, a gestire una situazione idraulicamente sempre più complessa”.

Nadia Bisson

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