Magi (Cgi): “Una vera e propria frana, non di roccia ma di ghiaccio”

Gli scenari dicono che il ritiro dei ghiacciai andrà a occupare aree che dal punto di vista della topografia sono molto più inclinate, quindi più pericolose per i distacchi“. L’allarme è di Valter Magi, vice-presidente del Comitato Glaciologico Italiano, che commenta con GEA la tragedia della Marmolada, “una vera e propria frana, non di roccia ma di ghiaccio“, afferma.

DOMANDA: Era prevedibile?

RISPOSTA: “La parola ‘prevedibile’ è molto pericolosa. Prevedere questi eventi è impossibile, sapere dove può succedere è complicatissimo, sicuramente i ghiacciai sono provati, si sono ritirati negli ultimi decenni nelle parti più alte delle montagne, che tendono ad avere pendenze maggiori, stanno perdendo massa, si stanno fondendo. A questo si aggiungono le temperature molto elevate, non di questi giorni, ma degli ultimi anni. C’è un rischio di distacco, non solo sulla Marmolada, molti ghiacciai perdono pezzi“.

D.: Le temperature sono attese in aumento di 1,5 gradi nei prossimi 30 anni…

R.: “Probabilmente nell’area alpina l’aumento della temperatura sarà il doppio rispetto alla media planetaria. Se il pianeta finora si è riscaldato di un grado, nell’area alpina c’è già stato un aumento di due gradi. La situazione mediterranea è climaticamente particolare, guardando la mappa sul pianeta, mediamente le temperature aumentano, ma non in modo univoco“.

D.: Se queste situazioni non sono prevedibili, come gestire il ritiro dei ghiacciai?

R.: “Il problema grosso è che manca una rete di monitoraggio nazionale, per quanto noi, come enti, cerchiamo di avere un quadro quanto più completo possibile della situazione, recuperare informazioni dettagliate è sempre più difficile. Alcuni ghiacciai sono studiati in modo specifico, con strumenti molto avanzati, la maggior parte del lavoro in questi casi viene fatto andando sul posto. In altri casi viene studiata solo la parte frontale, per capire come si muove. Sono situazioni che ci danno un quadro generale, per i punti critici sarebbe necessaria una rete nazionale di monitoraggio“.

D.: È opportuno dire che non è il caso di salire sui ghiacciai in estate?

R.: “Andare in montagna è sempre pericoloso e si deve fare in modo intelligente. Ci sono eventi imponderabili, il pensiero che si potesse staccare quel blocco e che potesse comportarsi come si è comportato con non solo ghiaccio ma anche acqua, questo era difficile da prevedere, ma i ghiacciai si muovono, si deformano e si possono rompere“.

Giulia Proietto Billorello

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