Photocredit Afp
Dollari in più ma nessuna rivoluzione: il vertice di due giorni ospitato dalla Francia si è concluso con qualche progresso a favore dei Paesi poveri ma senza ancora concretizzarsi quel ‘Big Bang’ auspicato per riorientare la finanza globale al servizio del clima. In chiusura del vertice di due giorni, il presidente francese Emmanuel Macron ha accolto con favore il “completo consenso” alla “profonda riforma” del sistema finanziario globale. Ma la riunione si è conclusa con una serie di piccoli passi e senza la grande dichiarazione congiunta auspicata per un po’ dalla presidenza francese.
Parigi ha accolto per due giorni una quarantina di capi di Stato e di governo, tra cui il brasiliano Lula da Silva e il saudita Mohammed bin Salman, in un incontro che dovrebbe concretizzare le idee nate all’ultima Cop sul clima, in Egitto, prima della prossima, negli Emirati Arabi uniti, prevista alla fine dell’anno. All’interno del Palais Brongniart, ex sede della Borsa di Parigi, giudicato da diversi partecipanti inadatto per la sua posizione e le sue condizioni anguste, sono stati fatti alcuni annunci. Da parte sua la Banca mondiale prevede di inserire negli accordi con i paesi più vulnerabili una nuova clausola di sospensione del pagamento del debito in caso di calamità. Mia Mottley, premier delle Barbados, da mesi spingeva per trasformare il sistema finanziario con una clausola del genere. “È una buona giornata, perché quasi tutti hanno accettato la validità delle clausole sui disastri naturali“, ha esultato la leader.
La rete internazionale delle Ong Climate Action Network (Can), invece, ha criticato un vertice “che ha fatto del vecchio il nuovo“, condannando l’idea di una possibile sospensione dei rimborsi “piuttosto che una cancellazione completa del debito“. “Non possiamo chiedere ai leader di mobilitarsi e allo stesso tempo condannare totalmente” l’attuale vertice, ha affermato Soraya Fettih, portavoce dell’associazione ambientalista 350.org. “Ciò che è chiaro è che questo vertice non porterà ad alcuna decisione vincolante e forte“, ha dichiarato durante una manifestazioen ambientalista. Venerdì mattina più di 350 persone si sono radunate ai piedi della Statua della Repubblica a Parigi, con attivisti ambientali che hanno trasformato enormi dollari neri in dollari verdi per sollecitare i leader politici a smettere di investire in combustibili fossili e passare alla finanza verde.
“Siamo favorevoli a una tassa internazionale sul trasporto marittimo perché è un settore che non viene tassato“, ha poi annunciato il presidente Emmanuel Macron, che vorrebbe vedere avanzata questa questione in una futura riunione dell’Organizzazione marittima internazionale (Imo). Ma questa spinosa questione sembra ancora lontana dal raggiungere un consenso. “Se la Cina, gli Stati Uniti e diversi paesi europei chiave che hanno anche grandi aziende coinvolte non ci seguono, allora si mette in atto una tassa ma non ha alcun effetto“, si è rammaricato Macron.
In un lungo discorso appassionato, il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha da parte sua deplorato l’inerzia della comunità internazionale nella lotta al cambiamento climatico e alla riduzione delle disuguaglianze, oltre ad accusare il protezionismo dell’Occidente. “Chi ha applicato il Protocollo di Kyoto? Chi ha applicato le decisioni della COP 15 di Copenaghen? Chi ha applicato le decisioni della COP di Parigi?”, ha chiesto, sottolineando che le decisioni non sono state attuate “perché non c’è una governance mondiale per portare a termine gli obiettivi” prefissati. Inoltre, ha aspramente criticato le istituzioni internazionali: “con questo meccanismo, chi è ricco è sempre ricco e chi è povero è sempre povero”.
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