Come previsto, il 2024 è stato l’anno più caldo di sempre (da quando sono iniziate le rilevazioni nel 1850). Anno in cui è stato superato in media il limite di riscaldamento di 1,5°C stabilito dall’accordo di Parigi, arrivando a +1,6°C, segno di un aumento continuo e senza precedenti delle temperature. Lo rileva il Copernicus Climate Change Service (C3S) confermando con dati definitivi quanto aveva anticipato alla fine dell’anno scorso con dati provvisori. Non si prevede ancora che il 2025 sarà un anno da record, ma il British Meteorological Office ha lanciato l’allarme: sarà probabilmente uno dei tre anni più caldi mai registrati sul pianeta.
Nel 2025, anno segnato dal ritorno al potere di Donald Trump negli Stati Uniti, i paesi dovranno anche annunciare le loro nuove tabelle di marcia sul clima, aggiornate ogni cinque anni come parte dell’accordo di Parigi. Ma in alcuni paesi ricchi la riduzione dei gas serra è in stallo: solo lo 0,2% negli Stati Uniti lo scorso anno, secondo un rapporto indipendente.
Secondo Copernicus, il solo anno 2024, ma anche la media dei due anni 2023-2024, ha superato 1,5°C di riscaldamento rispetto all’era preindustriale (1859-1900), prima che l’uso massiccio di carbone, petrolio e gas fossili non incidesse profondamente modificare il clima. Ciò non significa però che sia stato superato il limite più ambizioso dell’Accordo di Parigi, rispettato da almeno 20 anni, ricorda Copernicus. Ma “sottolinea il fatto che le temperature globali stanno aumentando più di quanto gli esseri umani moderni abbiano mai sperimentato”. In effetti, secondo gli scienziati, l’attuale riscaldamento del clima non ha precedenti negli ultimi 120.000 anni.
Dietro queste cifre si nasconde già una serie di disastri aggravati dal cambiamento climatico: 1.300 morti a giugno a causa del caldo estremo durante il pellegrinaggio alla Mecca, inondazioni storiche nell’Africa occidentale e centrale, violenti uragani negli Stati Uniti e nei Caraibi. E oggi gli incendi di Los Angeles, “i più devastanti” nella storia della California.
Dal punto di vista economico, lo scorso anno i disastri naturali hanno causato perdite per 320 miliardi di dollari in tutto il mondo, secondo la compagnia di riassicurazione Munich Re.
Limitare il riscaldamento globale a 1,5°C anziché a 2°C (il limite massimo dell’accordo di Parigi) limiterebbe significativamente le sue conseguenze più catastrofiche, secondo l’IPCC, l’organismo di esperti climatici incaricato dalle Nazioni Unite.
“Ogni anno dell’ultimo decennio è stato tra i dieci più caldi mai registrati”, avverte Samantha Burgess, vicedirettrice del C3S di Copernicus, ricordando che “queste elevate temperature globali, unite a livelli record di vapore acqueo atmosferico globale nel 2024, hanno comportato ondate di calore senza precedenti e forti piogge, causando miseria a milioni di persone”.
Anche gli oceani, che assorbono il 90% del calore in eccesso prodotto dall’umanità, continuano a surriscaldarsi. La media annuale delle temperature superficiali, escludendo le regioni polari, ha raggiunto il livello senza precedenti di 20,87 °C, battendo il record del 2023. Oltre agli impatti immediati delle ondate di calore marine su coralli e pesci, questo surriscaldamento duraturo degli oceani, il principale regolatore del clima terrestre, influisce sulle correnti marine e atmosferiche. I mari più caldi rilasciano più vapore acqueo nell’atmosfera, fornendo ulteriore energia per tifoni, uragani o tempeste.
Copernicus segnala che il livello di vapore acqueo nell’atmosfera ha raggiunto un livello record nel 2024, circa il 5% in più rispetto alla media del periodo 1991-2020. L’anno scorso, tuttavia, ha visto la fine del fenomeno naturale El Niño, che provoca il riscaldamento globale e l’aumento di alcuni eventi estremi, e il passaggio a condizioni neutre o al fenomeno opposto, La Niña. L’Organizzazione meteorologica mondiale aveva già avvertito a dicembre che quest’ultima sarebbe stata “di breve durata e di debole intensità” e insufficiente a compensare gli effetti del riscaldamento globale. “Il futuro è nelle nostre mani: un’azione rapida e decisa può ancora cambiare la traiettoria del nostro clima futuro”, sottolinea Carlo Buontempo, direttore del Copernicus Climate Change Service.
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