L’Unione europea della salute passa anche per l’accesso ai medicinali a prezzi bassi, per l’innovazione e la sostenibilità dell’industria farmaceutica e attraverso un quadro normativo a prova di crisi. A novembre 2020, nel pieno della seconda ondata pandemica da Covid-19, la Commissione europea ha lanciato una strategia farmaceutica per l’Europa, uno dei pilastri per la costruzione di un’Unione europea più forte e con più competenze in materia di sanità, ed entro la fine dell’anno prevede di valutare e rivedere la legislazione generale dell’Ue sui medicinali per uso umano per garantire un sistema normativo a prova di crisi e adeguato alle emergenze del futuro.
La pandemia Covid-19 ha avviato nelle istituzioni di Bruxelles un’ampia riflessione sulla necessità di rafforzare la risposta dell’Ue di fronte alle sfide della salute, globale e non, mettendo in luce le carenze di una Unione con quasi nessuna competenza in materia di sanità. E’ il Covid-19 a spingere la Commissione Ue a voler rafforzare queste competenze, anche dal punto di vista della disponibilità e innovazione dei medicinali.
L’industria farmaceutica europea conta 800mila posti di lavoro in Europa e durante la fase acuta della pandemia si è riscoperta impreparata ad affrontarla e scarsamente autosufficiente dal punto di vista della produzione di medicinali, che dipende in gran parte da paesi extra-Ue per la produzione di materie prime farmaceutiche. Nella sua strategia varata due anni fa, Bruxelles ammette inoltre di dover potenziare anche il sostegno finanziario alla ricerca e all’innovazione, in particolare attraverso i programmi Horizon 2020 e EU4Health, il programma tutto destinato a rafforzare la sanità in Europa. Secondo le stime dell’Esecutivo, ogni anno in Ue vengono autorizzati all’immissione in commercio 60 nuovi farmaci e bisogna fare di più per renderli accessibili a tutti.
La strategia punta quindi a permettere all’Ue di soddisfare il suo fabbisogno di farmaci anche in tempi di crisi, grazie a catene di approvvigionamento più solide di quelle attuali. Per la Commissione serve anche maggiore cooperazione a livello Ue in materia di prezzi e rimborsi e dei medicinali. Questo per garantire quanto più possibile l’accesso alle cure, che sempre più dipende dalla disponibilità di farmaci a prezzi accessibili. Una parte del piano d’azione è dedicato proprio all’ambizione di far contribuire l’industria farmaceutica all’obiettivo “inquinamento zero” per un ambiente privo di sostanze tossiche, in particolare attraverso l’impatto delle sostanze farmaceutiche sull’ambiente, come previsto dal Green Deal. La strategia farmaceutica apre la strada all’industria per contribuire alla neutralità climatica dell’Ue, con particolare attenzione alla riduzione delle emissioni di gas serra lungo la catena del valore.
È nel quadro della strategia farmaceutica presentata due anni fa, che la Commissione europea aveva previsto entro il 2022 di modificare l’attuale legislazione farmaceutica in Ue per adeguarla alle esigenze future. Secondo Bruxelles, la revisione dovrebbe mirare a garantire l’accesso a medicinali a prezzi accessibili; promuovere l’innovazione, anche nei settori in cui sussistono esigenze mediche non soddisfatte; migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento; adattarsi ai nuovi sviluppi scientifici e tecnologici e ridurre la burocrazia. Secondo l’ultimo calendario di lavoro della Commissione europea, però, la revisione prevista per la fine dell’anno (il 21 dicembre) è slittata a data da destinarsi e potrebbe arrivare direttamente il prossimo anno.
Le nuove sfide dell’Unione europea della salute saranno al centro dell’evento ‘Pandemia, strategia farmaceutica e transizione ecologica: le sfide dell’Unione della salute e la guerra in Ucraina’, organizzato dalla redazione di Eunews e Gea, con il patrocinio dell’Ufficio del Parlamento europeo in Italia e della Rappresentanza della Commissione europea in Italia, che si terrà a Roma martedì 25 ottobre, presso il Royal Space di Via Merulana 248.
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