“Una notizia importante per le nostre comunità rurali e i nostri agricoltori”, secondo la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Una modifica che “darà ulteriore flessibilità agli Stati membri nella gestione delle loro popolazioni locali di lupi” garantendo comunque “uno stato di conservazione favorevole della specie”, secondo l’esecutivo Ue. “Un altro passo in avanti per restituire serenità ad allevatori e comunità”, per Paolo Borchia, capodelegazione della Lega a al Parlamento europeo. “Un fatto molto positivo”, secondo l’europarlamentare di Fratelli d’Italia, Elena Donazzan. Bruxelles saluta la notizia dell’adozione del Comitato permanente della Convenzione di Berna sulla conservazione della vita selvatica e dell’ambiente naturale in Europa alla proposta dell’Unione europea di declassare lo status del lupo da “specie strettamente protetta” a “specie protetta”.
L’abbassamento della tutela entrerà in vigore il 7 marzo. Da quel momento, il lupo non sarà più una “specie di fauna rigorosamente protetta” ma una “specie di fauna protetta” e Bruxelles potrà proporre a Consiglio e Parlamento un emendamento alla Direttiva Habitat – la legge che tutela i grandi carnivori sul territorio europeo – per adattare la normativa Ue. I lupi usciranno, così, dalla cerchia ristretta dei grandi carnivori – insieme all’orso bruno, il ghiottone, lo sciacallo dorato, la lince eurasiatica e la lince iberica – su cui vige il divieto di cattura e detenzione deliberate e uccisione deliberata, di danneggiamento o distruzione deliberati dei siti di riproduzione e di riposo, di disturbo deliberato in particolare durante il periodo della riproduzione, ma anche di possesso e di commercio dell’animale vivo o morto. In sostanza, con il declassamento, agli Stati membri saranno concesse maggiori flessibilità per “affrontare i casi più difficili di coesistenza tra lupi e comunità negli Stati che ne hanno necessità” per prevenire “danni importanti a coltivazioni e allevamenti”. Ci sarà spazio per catture a abbattimenti, comunque già consentite dalla direttiva Habitat, che – quando non bastano le misure di prevenzione o di riduzione dei rischi – prevede la possibilità di agire in deroga agli obblighi sui grandi carnivori. Se dunque l’Ue si mostra soddisfatta della decisione, per il WWF “è estremamente deludente vedere l’Ue e altri Paesi dare priorità alle decisioni politiche rispetto alla scienza” mentre per l’Ong ambientalista EEB “questa decisione mina la governance ambientale europea e diminuisce la credibilità della politica ambientale dell’Ue come politica fondata su prove scientifiche”.
La vicenda nasce nel primo esecutivo von der Leyen, alla quale un lupo uccise il pony nel settembre del 2022 in un attacco in una sua proprietà nel nord della Germania. Ma è nel settembre 2023 che la Commissione europea invita le comunità locali e gli scienziati a presentare dati aggiornati sulle popolazioni di lupi e sui loro impatti. L’indagine mostrò che i lupi in Europa sono “notevolmente aumentati negli ultimi due decenni” – più di 20 mila esemplari – e che “occupano territori sempre più vasti”, comportando “crescenti conflitti con le attività umane”, in particolare rispetto ai danni al bestiame, “con forti pressioni su aree e regioni specifiche”. Sulla base di quell’analisi, nel dicembre 2023 l’esecutivo Ue propose di declassare lo status di protezione del lupo: una richiesta già lanciata dal Parlamento europeo e adottata dai Paesi membri nel settembre del 2024. Ed è così che il 27 settembre scorso Palazzo Berlaymont ha potuto inviarla alla Convenzione.
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