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Italia ai vertici europei del riciclo industriale, ma serve migliorare la raccolta differenziata

Nel 2023 ogni cittadino europeo ha prodotto in media circa 513 kg di rifiuti urbani. Di questi, il 48% è stato riciclato o compostato, un dato in crescita costante rispetto al 37% di dieci anni fa. Parallelamente, il conferimento in discarica è sceso sotto il 20%, segno di una transizione — lenta ma reale — verso modelli più circolari e sostenibili. Secondo i dati Eurostat, l’Unione Europea resta leader mondiale nell’economia circolare, ma deve accelerare: il nuovo Clean Industrial Deal e il futuro Circular Economy Act (2026) fissano l’obiettivo di raddoppiare il tasso di circolarità dei materiali al 24% entro il 2030, puntando su riciclo di qualità, riuso e riduzione dei rifiuti da imballaggio.

LA SITUAZIONE ITALIANA. Nel dettaglio, l’Italia tiene il passo ma deve migliorare. Secondo il rapporto Il Riciclo in Italia 2024, il 20,8% dei materiali usati dall’industria italiana proviene dal riciclo, quasi il doppio della media europea (11,8%). Il riciclo dei rifiuti speciali sfiora il 72,2%, mentre quello dei rifiuti urbani si ferma al 49,2%, sotto il target UE del 55% al 2025. Ottime invece le performance degli imballaggi, con un 75,3% di riciclo complessivo, ben oltre gli obiettivi europei.

Le eccellenze si concentrano nelle filiere di carta (92,3%), acciaio (87,8%), vetro (77,4%), alluminio (70,3%), legno (64,9%) e bioplastiche (56,9%). La plastica resta la criticità principale, ferma al 47,7%, tra difficoltà di mercato e concorrenza di materiali importati privi di tracciabilità.

RIFIUTI SPECIALI. Sui rifiuti speciali, nel 2024 la raccolta di rifiuti elettronici (RAEE) in Italia è tornata a crescere del 2,5%, raggiungendo 358.138 tonnellate e una media di 6,07 kg pro capite. Il sistema, coordinato dal Centro di Coordinamento RAEE e da 15 consorzi di produttori, lavora per ampliare i punti di raccolta e sensibilizzare cittadini e università con campagne come “La Raccolta gira l’Italia”. Tuttavia, restiamo lontani dall’obiettivo europeo del 65% di raccolta rispetto all’immesso sul mercato.

In generale, l’Italia resta ai vertici europei per riciclo industriale, ma deve ridurre gli squilibri territoriali e migliorare la qualità della raccolta differenziata. L’Europa, intanto, rilancia la sfida: meno discariche, più materie seconde, e una vera industria della circolarità capace di trasformare i rifiuti in risorsa.

FUTURO DIGITALE. Il futuro della gestione rifiuti passa infatti per le tecnologie digitali e i nuovi materiali. Il passaporto digitale dei prodotti (Digital Product Passport), previsto dal regolamento europeo sull’eco-design, renderà tracciabili componenti, materiali e tassi di riciclabilità, facilitando il riuso e la selezione automatizzata dei rifiuti. Crescono inoltre gli impianti di biometano e trattamento della frazione organica, mentre start-up e consorzi sperimentano il riciclo avanzato delle plastiche miste e il recupero di metalli critici da pannelli solari e batterie.

ECOMONDO. Di questi temi si parlerà a Ecomondo, che si svolge dal 4 al 7 novembre a Rimini, nel corso di una serie di incontri dedicati.

Elena Fois

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