Bankitalia: “Le imprese che inquinano meno possono ridurre i rischi di default”

La Banca d’Italia pubblica ‘Modellare la probabilità di insolvenza corretta per il rischio di transizione‘, il nuovo numero della collana ‘Mercati, infrastrutture, sistemi di pagamento‘. Il lavoro adotta una metodologia innovativa per stimare l’impatto del rischio di transizione climatica sulla probabilità di default a un anno delle imprese non finanziarie italiane.

A tal fine, viene prima sviluppato un dataset che combina informazioni relative al Sistema di scambio di quote di emissione dell’Ue (Eu-Ets) con dati di mercato e finanziari aziendali; nell’Eu-Ets, a emissioni superiori (inferiori) alle quote assegnate corrispondono costi (ricavi) aggiuntivi per le imprese, con un possibile impatto, pertanto, sul relativo merito creditizio. In sostanza, questo modello mette in luce che le imprese con basso impatto sull’inquinamento hanno maggiori probabilità di migliorare il proprio merito creditizio, ad esempio vendendo quote di emissione non utilizzate. Mentre chi non ha ancora adeguato il proprio sistema produttivo agli standard climatici e ambientali, o comunque ha un alto tasso di emissioni, ha più probabilità di insolvenza. Perché dalla transizione ecologica possono nascere anche nuove opportunità.

Utilizzando simulazioni stocastiche sulla volatilità dei prezzi futures Eu-Ets e analisi di rischio di eventi estremi sulla loro distribuzione si generano scenari su cui viene valutato l’effetto del costo (ricavo) delle emissioni in eccesso (difetto) sul bilancio aziendale. I risultati suggeriscono che l’analisi presentata nel lavoro permette di valutare l’impatto del rischio di transizione sul merito di credito delle imprese in maniera più accurata rispetto al metodo basato sugli scenari del Network for Greening the Financial System; per alcune imprese si osserva anche un miglioramento del merito di credito. Inoltre, il metodo adottato nel lavoro allinea l’orizzonte del rischio di transizione al periodo di dodici mesi tipico della valutazione del merito di credito e consente aggiornamenti tempestivi di quest’ultimo.

La ricerca propone un metodo innovativo per integrare i rischi connessi alla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio nel calcolo della probabilità di insolvenza delle imprese. Il metodo, applicato al modello di rating creditizio dell’In-house Credit Assessement System della Banca d’Italia, consente di tenere conto dell’effetto delle politiche climatiche e dei costi legati alle emissioni sostenuti dalle imprese. Affinare i metodi di stima dei rischi di transizione è importante per rendere più accurata la valutazione del rischio di insolvenza e conseguentemente le condizioni di accesso al mercato dei capitali delle imprese. Lo studio impiega dati certificati sulle emissioni di Co2 a livello di singola impresa – in particolare quelli del sistema europeo ETS per lo scambio delle quote di carbonio – al fine di valutare l’esposizione individuale al rischio climatico. Questo metodo consente un’analisi del rischio di transizione più accurata rispetto a metodi basati su medie settoriali: dai risultati emerge che le stime fondate su dati aggregati di settore tendono a sottovalutare il rischio per le imprese con livelli di emissioni elevati e di converso far apparire meno rischiose aziende che, avendo emissioni superiori alla media, sono invece maggiormente esposte ai costi della transizione climatica.

Le simulazioni evidenziano che gli shock nei prezzi delle emissioni – come le variazioni del prezzo delle quote di Co2 nel mercato ETS – possono incidere sul merito di credito delle imprese in misura superiore rispetto a uno scenario con una tassa carbonica fissa. Ciò dimostra che considerare la variabilità dei prezzi del carbonio consente una rappresentazione più realistica degli effetti della transizione climatica sulla solidità finanziaria delle imprese. Il modello, poi, è in grado di mettere in luce effetti differenziati tra le imprese in base al loro profilo emissivo. Le aziende con basse emissioni possono beneficiare di un miglioramento del rating creditizio nel contesto della transizione verde – ad esempio grazie a entrate derivanti dalla vendita di permessi di emissione in eccesso – mentre le imprese con alte emissioni sono esposte a un incremento del rischio di insolvenza e peggioramento del rating. In sintesi, la transizione verso un’economia a basse emissioni comporta opportunità e criticità, che si riflettono sulla valutazione creditizia.

dario.borriello

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