Coldiretti lancia l’allarme: “Sono a rischio i 620 miliardi di euro del sistema agroalimentare italiano”. All’assemblea nazionale, i coltivatori diretti non usano troppi giri di parole: la nuova Commissione europea deve adoperarsi per rimpinguare i fondi della Politica agricola comune, “destinando una volta per tutte i fondi solo ai veri agricoltori, non ad esempio agli aeroporti con terreni”, oltre a dotare il settore di strumenti legislativi che consentano di difendersi dalla concorrenza sleale, eliminando norme ritenute troppo ideologiche, figlie della passata legislatura continentale, come Nutriscore e Packaging.
L’obiettivo fondamentale è concedere alle imprese europee la possibilità di competere contro colossi come Stati Uniti e Cina, i cui sistemi possono contare su quantità di fondi nettamente superiori all’Ue e una legislazione meno restrittiva. È essenziale che “la nuova Commissione Ue faccia salire il budget per l’agricoltura per evitare che la produzione alimentare europea crolli“, avvisa Coldiretti. Ricordando che la Pac vale 386 miliardi di euro in totale fino al 2027, di cui 35 miliardi di euro in Italia: un ammontare che mette le aziende agricole dell’Unione in una situazione di svantaggio rispetto al resto del mondo. “A chi dice che la Politica agricola comune pesi troppo sul bilancio europeo serve ricordare che negli Usa il Farm bill vale 1.400 miliardi di dollari in dieci anni, mentre la Cina con molto più sostegno pubblico attualmente produce il 70% in più dell’intera produzione agricola dell’Unione europea”, dice il presidente, Ettore Prandini. Che assicura di voler rimanere alla finestra per verificare “nei fatti” se le parole della confermata presidente, Ursula von der Leyen, corrisponderanno alle linee programmatiche del suo nuovo mandato. “Il commissario all’Agricoltura dovrà fare politiche di carattere agricolo senza essere condizionato dal commissario all’Ambiente, altrimenti finiremo di nuovo in un vortice”, spiega alla platea, mentre ad ascoltarlo ci sono tre ministri, da Antonio Tajani (Esteri) a Francesco Lollobrigida (Masaf) e Raffaele Fitto (Pnrr). Coldiretti è pronta a collaborare sul Green deal “anche con le associazioni ambientaliste, se utilizziamo dati di carattere scientifico e tecnico, mettendo da parte approcci ideologici”.
Entrando nel merito dei temi trattati dall’assemblea, per l’associazione i fondi europei sono necessari per sostenere la produzione agricola “messa sempre più a rischio dagli effetti dei cambiamenti climatici e dalle tensioni internazionali”. Allo stesso tempo servono semplificazione burocratica e rispetto del principio di reciprocità, altro punto cruciale. “Le pratiche sleali si combattono con la trasparenza, non con l’aumento della burocrazia“, dice Prandini. Ma il controllo nella filiera equa si realizza con una forma di etichettatura che non è “ingannevole”: “Mette a rischio 13 miliardi di euro di esportazioni di prodotti Made in Italy, a partire da quelli Dop e Igp”. Inoltre, “l’Europa deve modificare la norma dell’ultima trasformazione prevista dall’attuale codice doganale sull’origine dei cibi che permette ai prodotti esteri di diventare 100% italiani con lavorazioni anche minime“.
Un altro nodo da sciogliere è quello del regolamento Packaging. Così come servono norme contro il caporalato che valgano anche per l’import. “Quello che è successo a Latina è vergognoso, non ci sono parole per descriverlo, è criminale – mette in chiaro Prandini riferendosi alla morte di Satnam Singh -. Quando questo avviene in Italia lo critichiamo, però quando importiamo da quei Paesi dove questa è la prassi, allora facciamo finta di non vedere. Il codice doganale e la reciprocità servono anche a questo”. Al governo italiano, poi, recapita due messaggi. Il primo è di accelerare sul Piano invasi per “salvare il comparto agroalimentare”, mentre sulla Xylella plaude le misure dell’esecutivo, ma chiede di intervenire con il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, perché “è paradossale che le risorse non siano ancora spese: ci siano 100 milioni di risorse ancora ferme con un disastro agricolo, ambientale e turistico”. Infine, Coldiretti ha molto da dire anche a Confagricoltura. Dal palco dell’assemblea Prandini si rivolge direttamente al presidente Giansanti (assente): “Massimiliano parla di ‘italian style’, ma gli dico di non provarci, di toglierselo dalla testa: perché ‘italian style’ è italian sounding”.
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