“Poiché le probabilità che le cose cambino nel corso dei prossimi 90 giorni sono almeno del 50%, il Global Investment Committee è propenso ad adottare un approccio più attendista”, spiega Morgan Stanley. Il fatto che l’S&P 500 si sia mantenuto al livello di 5500 nel mercato dei futures durante la notte tra il 2 e il 3 aprile “è significativo” e potrebbe indicare un ottimismo verso il ritiro o l’abbassamento delle tariffe, visto che, spiegano gli analisti Usa, “Israele, India, Ue e Brasile hanno già suggerito colloqui bilaterali e sono imminenti anche trattative con la Cina”. Il commercio internazionale è importante sia per l’economia statunitense sia per il mercato azionario: il 46% dei profitti totali delle società S&P 500 proviene dall’estero. “L’esposizione ai profitti esteri è pari al 57% per il settore tecnologico e per i titoli tecnologici dei Magnifici 7, ma nel complesso è molto più bassa per altri settori come la finanza, l’industria intermedia, l’assistenza sanitaria e quella dei media e dell’intrattenimento” conclude Morgan Stanley.
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