Photo credit: pagina Facebook Ance
Juan Mu Tower è un grattacielo a Pechino che produrrà ortaggi e frutta dentro il suo rivestimento esterno. A Helsinki tutta la città ha un sistema di teleriscaldamento da fonti rinnovabili e nella baia galleggiano isole per immagazzinare energia. Lo racconta l’architetto Carlo Ratti. La Cassa Depositi e Prestiti ha firmato un protocollo con la Conferenza episcopale per creare 1000 posti letto per studenti in edifici che la Chiesa non utilizza. Parola dell’Ad Dario Scannapieco.
In Cina ci sono “quartieri-spugna” dove l’acqua delle piogge viene raccolta e poi interamente riutilizzata, racconta invece Francesco Rutelli, nella seconda giornata al Maxxi di Roma di “Città nel futuro 2030-2050” organizzato da Ance, sotto la direzione dell’ex sindaco di Roma, un “laboratorio della trasformazione contro l’immobilismo”. Centinaia di interventi di politici, ingegneri, architetti, urbanisti, imprenditori, sociologi per delineare le città ideali dei prossimi decenni. Parola d’ordine “adattamento” agli sconvolgimenti del clima, in attesa che il mondo si metta d’accordo su una riduzione rilevante delle emissioni nocive: “Non aspettiamo dieci anni per rincorrere Paesi come la Cina”, dice Rutelli.
“La quantità di pioggia totale – spiega Marco Lombardi, ad di Proger – è la stessa da molti anni, ma piove in modo diverso, con enorme intensità: quindi si deve aumentare la capacità degli invasi per evitare disastri”. Erasmo De Angelis, Presidente di Earth and water agenda, ha ricordato che l’Italia per riparare danni da alluvioni, frane, terremoti e altre catastrofi naturali spende in media dal 1946 otto miliardi l’anno, mentre investe in prevenzione appena 600 milioni. Giulio Boccaletti, Direttore scientifico del Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici ha ricordato che in Cina e India il tasso di investimenti sulle fonti rinnovabili eccede tutti gli investimenti in combustibili fossili: “Possiamo partecipare a questa trasformazione o rimanere condannati all’obsolescenza”. L’altro grande tema è la rigenerazione urbana. Ne ha parlato la Presidente Ance, Federica Brancaccio: “Servono abitazioni per i giovani, va incrementata l’edilizia pubblica e sociale, che in Italia è ferma. Vanno offerte case nelle aree oggi sotto pressione e ripopolate aree abbandonate”. L’Italia, fra le grandi nazioni europee, ha la più alta percentuale di abitazioni vuote (27,3) sul totale, contro il 7,8 della Francia e il 4,4 della Germania.
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