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Nell’attuale contesto geopolitico, completare l’Unione dei mercati dei capitali potrebbe aiutare la crescita economica dell’Ue. Secondo l’analisi elaborata dal Centro Studi del Circolo Esperia, l’Europa ha a disposizione uno stock di risparmi pari a 9,5 trilioni di euro, almeno tre volte superiore a quello degli Stati Uniti, e un tasso di risparmio record pari al 15% nel 2024, contro il 5% degli Stati Uniti. In particolare la Germania spicca per quasi 3.000 miliardi di depositi, seguita dalla Francia (1.947) e dall’Italia (1.275) secondo i dati della Banca Centrale Europea. A queste cifre andrebbe aggiunto il dato relativo ai soldi disponibili cash delle famiglie, pari a 676 miliardi di risparmi nelle prime cinque economie: Germania, Francia, Italia, Spagna e Olanda.
Tuttavia questi risparmi nell’Ue sono investiti in modo troppo conservativo e una parte viene dirottata verso il mercato statunitense. Rielaborando i dati di una ricerca presentata dal MES (Meccanismo europeo di stabilità), la liquidità e i depositi bancari dei cittadini europei rappresentano una fetta tra il 12% (Danimarca) e il 58% (Cipro) delle attività finanziarie, con una media europea pari al 34%. In media in Europa solo il 31% dei risparmi sono investiti in azioni e fondi di investimento (in Italia la quota è pari al 41%), ma in generale l’allocazione patrimoniale è avversa al rischio.
La ricerca del Centro Studi del Circolo Esperia è stata presentata durante l’evento ‘Il piano UE per investire i risparmi degli europei nelle aziende europee‘ organizzato dalla piattaforma Connact Finance&Insurance a Roma, presso Spazio Europa (link). L’evento è realizzato in collaborazione con il Parlamento europeo – Ufficio in Italia e con il patrocinio della Commissione Europea, Ministero dell’Economia e delle Finanze, ENEA, il Comitato europeo delle Regioni, Regione Lazio, Regione Toscana, Regione Molise, Regione Calabria e Provincia Autonoma di Bolzano. L’iniziativa è promossa da Assonime, Federcasse, Generali e Intesa Sanpaolo.
Negli Stati Uniti le società di private equity – si legge ancora nell’analisi del Centro Studi del Circolo Esperia – con i loro asset in gestione che raggiungono i 12,8 trilioni di dollari, generano una produzione economica pari a quasi 12 milioni di posti di lavoro e il 6,5% del Pil americano (pari a 1,4 trilioni di dollari). In condizioni di mercato simili, se la metà dei depositi europei fosse investita in operazioni di private equity e venture, si potrebbero generare milioni di posti di lavoro e almeno 500 miliardi aggiuntivi di Pil. Interessante a tal proposito il “caso” Svezia: secondo il rapporto della Swedish Private Equity & Venture Capital Association (SVCA) del 2022, gli investimenti in capitale di rischio e crescita hanno permesso al Pil svedese di crescere del +1,5%.
Lo sviluppo di un’Unione dei risparmi e degli investimenti (SIU) non può prescindere dall’attenzione alla crisi demografica perché – come sottolineato dall’ESM – “l’invecchiamento della popolazione europea pone ulteriori sfide. I paesi che hanno promosso le pensioni a capitalizzazione (sia professionali che private) hanno anche favorito lo sviluppo dei loro mercati dei capitali. In altre parole, promuovere la crescita del risparmio pensionistico a capitalizzazione in tutta Europa è fondamentale per aumentare la disponibilità di capitale azionario e obbligazionario a lungo termine per le imprese e migliorare la sostenibilità fiscale”.
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