Se in generale l’Italia è regina in Europa nel settore del riciclo, la filiera del legno-arredo si dimostra leader indiscussa in sostenibilità ed economia circolare. Tanto da poter addirittura ‘insegnare’ qualcosa. Il 96% delle aziende della filiera legno-arredo adotta materiali sostenibili; il 60% si approvvigiona in qualche misura da fonti energetiche rinnovabili, secondo i dati della survey realizzata da FederlegnoArredo su un campione di aziende associate, in collaborazione con Fondazione Symbola. Inoltre quasi tutte le imprese considerano almeno un criterio circolare nella progettazione di prodotto, e oltre la metà ha implementato modelli di business orientati alla circolarità. Certo, può risultare più complesso con l’eventuale entrata in vigore della controversa direttiva Ue sugli imballaggi, una proposta di regolamento che stabilisce i requisiti per l’intero ciclo di vita dell’imballaggio, dalle materie prime allo smaltimento finale. Gli obiettivi sul riuso sono stati contestati dall’Italia in difesa del settore del riciclo. Il negoziato è ormai alle battute finali, e l’Italia teme che si rischi di stravolgere completamente la strategia finora utilizzata per la riduzione dei rifiuti di imballaggio, passando dal principio del riciclo a quello del riuso.
“Nel settore del legno-arredo le aziende sono da tempo impegnate a lavorare sulle performance ‘ambientali’ del prodotto”, ha spiegato a Gea Omar Degoli, head of Environment and Circular Economy di FederlegnoArredo. Secondo i dati della survey la maggior parte delle imprese si è concentrata sulla riciclabilità (58,2%), la disassemblabilità (37,5%) il riuso (29,3%) del prodotto, sulla riduzione degli imballaggi (44%) e dei consumi energetici (54,9%). Sempre più aziende offrono servizi utili a migliorare la gestione del ciclo di vita del prodotto.
“Il nostro sistema funziona, e su questi aspetti possiamo anche insegnare qualcosa” in ambito europeo e internazionale, ha continuato Degoli ricordando che sul tema dell’ecodesign, invece, alcune direttive europee potranno essere “sfidanti”. Il riferimento è al Regolamento Europeo sui Prodotti Sostenibili (ESPR) che dovrebbe essere approvato entro la fine dell’anno in corso e che mira a istituire standard minimi tali da rendere sostenibili, durevoli ed ecocompatibili la maggior parte dei prodotti presenti sul mercato. Al momento i produttori europei sono già tenuti a rispettare norme di ecodesign per prodotti come frigoriferi, aspirapolveri, computer e riscaldatori, con l’obiettivo di ridurre il consumo energetico e mitigare l’impatto ambientale negativo sin dalla fase di progettazione. Al fine di compiere ulteriori passi in questa direzione, l’Unione europea intende implementare norme sulla progettazione ecocompatibile valide per quasi tutti i tipi di prodotti. “Tra i prodotti prioritari insieme al tessile vi sarà l’arredamento. E dal punto di vista della tracciabilità, della logistica e dell’approvvigionamento potrebbe rappresentare una sfida per molte aziende del settore – ha commentato Degoli – Noi stiamo già predisponendo percorsi formativi in questa direzione”.
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