L’accordo per il grano inizia a far intravedere i suoi effetti. I tre porti ucraini destinati all’esportazione di cereali hanno ripreso a funzionare. Si tratta di quelli di Odessa, Chornomorsk e Yuzhny (Pivdenny), come ha annunciato la marina militare ucraina. Un passo avanti, visto che il governo ucraino si aspetta che i primi carichi possano lasciare i porti del Mar Nero, dove sono bloccati dall’inizio dell’invasione russa il 24 febbraio, “già questa settimana“, in un contesto di impennata dei prezzi alimentari a livello mondiale. “L’uscita e l’entrata delle navi nei porti marittimi avverrà formando un convoglio che accompagnerà la nave capofila“, si legge in una nota della marina. Lo stesso Cremlino ha dichiarato di non vedere alcun problema nella ripresa delle esportazioni, ostacolate anche dalla presenza di mine marine posate dalle forze ucraine per difendersi da un assalto anfibio russo. Lo sminamento avverrà solo “nel corridoio necessario per le esportazioni“, ha dichiarato il governo di Kiev.
Kiev e Mosca hanno concordato a Istanbul, con la mediazione turca e sotto l’egida delle Nazioni Unite, di consentire la consegna all’estero di circa 25 milioni di tonnellate di grano bloccate nei porti ucraini. Tuttavia, i funzionari ucraini hanno ripetutamente affermato di non fidarsi di Mosca per garantire la sicurezza dei convogli e hanno puntato il dito contro i missili russi che sabato hanno colpito il porto di Odessa. E, in effetti, proprio nel giorno della riapertura dei porti, a imporre una mezza frenata è il viceministro degli Esteri russo Andrei Rudenko. Che non preclude la possibilità di un’interruzione dell’accordo: “Nulla può essere escluso nella nostra vita, perché non dipende solo dalla Russia, ma dipende anche da altre circostanze. Speriamo sempre per il meglio e ci aspettiamo che i nostri partner adempiano a due componenti di questo accordo sul grano, ovvero la consegna di grano dall’Ucraina e la revoca delle restrizioni all’esportazione di grano russo in generale“.
In applicazione degli accordi firmati per quattro mesi il 22 luglio a Istanbul, contestualmente alla rimessa in funzione dei porti è stato ufficialmente inaugurato nella città turca il Centro di coordinamento congiunto (CCM) incaricato di controllare il trasporto di grano ucraino attraverso il Mar Nero. Il centro, ospitato in un’accademia militare, sarà gestito da un numero uguale – cinque – di “rappresentanti della Russia, dell’Ucraina e delle Nazioni Unite, oltre che della Turchia, sia militari che civili“, circa 20 in totale, ha dichiarato il ministro della Difesa turco Hulusi Akar.
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