Il Parlamento Ue approva i nuovi standard Euro 7 poco ambiziosi

Via libera senza troppi entusiasmi, dopo un anno di controversie politiche e spaccature della maggioranza parlamentare. Il Regolamento sui nuovi standard Euro 7 per ridurre le emissioni inquinanti e fissare requisiti di durata delle batterie per autovetture, furgoni, autobus e camion ha incassato l’appoggio degli eurodeputati, che con 297 voti a favore, 190 contrari e 37 astenuti hanno appoggiato un compromesso con il Consiglio che già aveva spento le ambizioni iniziali della Commissione.

Il Regolamento Euro 7 riunisce sotto la stessa legislazione le norme precedentemente separate per auto e furgoni (Euro 6) e camion e autobus (Euro VI). Secondo quanto previsto dall’accordo confermato dagli eurodeputati rimangono gli attuali standard di emissione di gas di scarico Euro 6 per auto e furgoni, circoscrivendo la stretta alle particelle inquinanti derivate da batterie e pneumatici. Viene così limitata l’emissione di particelle solide con un diametro a partire da 10 nm (PN10) invece di 23 nm come in Euro 6. Più severa la stretta sugli inquinanti – compresi quelli che non erano regolamentati nell’Euro VI, come il protossido di azoto (N2O) – per autobus e autocarri pesanti. Per quanto riguarda i limiti per le emissioni in frenata il testo definisce un limite specifico di 3 mg/km nel ciclo di guida standard per i veicoli elettrici puri e di 7 mg/km per tutti gli altri gruppi propulsori, con limiti specifici per i furgoni pesanti (5 mg/km per i veicoli elettrici puri e 11 mg/km per gli altri motopropulsori).

Introdotti requisiti di durata più severi per tutti i veicoli – sia in termini di chilometraggio sia di vita – che ora passa a 200 mila chilometri o 10 anni per auto e furgoni. In base a quanto concordato a fine 2023 dai co-legislatori, si allungano le tempistiche per le date di applicazione dopo l’entrata in vigore del Regolamento Euro 7. Entro 30 mesi per i nuovi tipi di auto e furgoni (42 mesi per i nuovi veicoli), 48 mesi per i nuovi tipi di autobus, camion e rimorchi (60 mesi per i nuovi veicoli), 30 mesi per i nuovi sistemi, componenti o entità tecniche da montare su automobili e furgoni e 48 mesi per quelli da montare su autobus, camion e rimorchi. “I tempi di attuazione consentiranno all’industria dell’automobile di adeguarsi, non divorando i presupposti su cui negli anni ha costruito la propria innovazione e capacità di innovamento”, ha messo in chiaro l’eurodeputato di Forza Italia Massimiliano Salini nel suo intervento in plenaria.

Il relatore per il Parlamento Ue sul Regolamento Euro 7, Alexandr Vondra (Ecr), ha definito il voto “una pietra miliare per il settore automobilistico”, anche se ha voluto ricordare che “mi sono opposto alla proposta iniziale della Commissione per le preoccupazioni sull’impatto potenziale sull’industria e sui consumatori, avrebbe aumentato i prezzi di produzione e delle auto di piccola cilindrata”. È così che – come accaduto nel novembre 2023 per l’approvazione del mandato negoziale – il sostegno al testo finale è stato garantito dalla maggioranza alternativa di destra (rispetto a quella cosiddetta ‘Ursula’) composta dai gruppi del Partito Popolare Europeo, Renew Europe, Conservatori e Riformisti Europei e Identità e Democrazia (anche se la Lega si è schierata contro per principio all’introduzione di nuovi standard).

Allineati i partiti italiani di governo (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia) su un altro tema: quello del riconoscimento dei biocarburanti e dello stop ai motori termici dal 2035, anche se va ricordato che il Regolamento Euro 7 non riguarda direttamente le emissioni prodotte dai carburanti di auto e furgoni, se si tratta di provvedimenti distinti che considerano inquinanti diversi. “È un peccato il mancato riconoscimento della definizione di carburante neutro, pilastro della battaglia che stiamo conducendo per la neutralità tecnologica”, ha aggiunto nel suo intervento l’eurodeputato forzista Salini: “Non si è mai visto in Europa che l’innovazione e la sostenibilità fossero garantiti da una sola tecnologia, imposta dall’alto per legge”. Ancora più esplicito il capo-delegazione della Lega al Parlamento Europeo, Marco Campomenosi: “Non abbiamo avuto il coraggio o i numeri, spero che nella prossima legislatura si possa aprire ai biocarburanti, perché qui il grande tema è la scelta di rinunciare alla neutralità tecnologica e andare verso l’elettrificazione forzata”.

Elena Fois

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