Dopo mesi di incontri e discussioni, l’Unione Europea a dicembre ha raggiunto un accordo sul price cap, o tetto del prezzo, per il gas. In vigore dal 15 febbraio, la durata prevista è di 12 mesi. Ma di cosa si tratta esattamente? Si riferisce a una forma di regolamentazione del prezzo, in cui viene stabilito un limite massimo al costo che può essere addebitato ai consumatori per l’acquisto del gas. Il meccanismo è stato introdotto per proteggere i consumatori da aumenti eccessivi dei prezzi e per garantire che i fornitori di gas operino in modo equo e trasparente.
L’attivazione del price cap è automatica se si verificano due condizioni contemporaneamente: quando il prezzo del gas sul mercato olandese TTF supera i 180 euro per Megawattora per 3 giorni lavorativi e quando il prezzo TTF mensile è superiore di 35 euro rispetto al prezzo di riferimento del GNL sui mercati globali per gli stessi tre giorni lavorativi. Queste le due condizioni (‘trigger’) per attivare il meccanismo vero e proprio di correzione del mercato (che si attiverà in automatico con solo un “avviso di correzione del mercato” da parte dell’agenzia Acer), che avrà invece una componente dinamica, come richiesto da alcuni Paesi come l’Italia.
Una volta soddisfatte le condizioni e attivato il meccanismo, in sostanza non saranno consentite transazioni sul gas al di sopra di un cosiddetto “limite di offerta dinamica“, che si definisce come il prezzo di riferimento calcolato sulla base degli indici globali dei prezzi del Gnl, più un massimo di 35 euro/MWh. L’intesa raggiunta dagli Stati Ue, però, prevede che se il prezzo di riferimento del GNL è sotto ai 145 euro, il limite di offerta dinamica rimanga comunque pari alla somma di 145 euro e 35 euro (per arrivare alla soglia di 180).
Una volta attivato, il limite dell’offerta dinamico sarà applicato per almeno 20 giorni lavorativi, ma con la possibilità di disattivarlo o sospenderlo in ogni momento attraverso due procedure diverse. Quando il limite di offerta dinamica è inferiore a 180 euro/MWh per tre giorni lavorativi consecutivi, verrà automaticamente disattivato, così come di fronte a un’emergenza regionale o dell’intera Ue dichiarata dalla Commissione europea (ad esempio, in caso di razionamento del gas). Di fronte a rischi per la sicurezza dell’approvvigionamento energetico, la stabilità finanziaria, i flussi di gas all’interno dell’Ue o rischi di aumento della domanda di gas, invece, alla Commissione europea resta il potere di adottare una decisione di esecuzione e sospendere il meccanismo di correzione del mercato nell’immediato.
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